Un altro anno davvero speciale per Olio Pedro, piccola ma ormai rinomata realtà olivicola con sede a Ranzi, frazione collinare di Pietra Ligure. Il 2025 si sta rivelando ricco di soddisfazioni per Claudio De Pedrini e Chiara Musso, titolari dell’azienda agricola che porta avanti con passione e competenza la produzione di extravergini di qualità, nel rispetto del territorio e delle sue tradizioni.
Dopo le Tre Foglie assegnate da Gambero Rosso all’extravergine “Merlina” (il massimo riconoscimento della guida Oli d’Italia 2025), e le Due Foglie per “Olivotto” e “Colombaia”, a marzo è arrivato anche il prestigioso premio conferito da AIRO – Associazione Internazionale Ristoranti dell’Olio: l’Evo Olivotto è stato giudicato il miglior extravergine assoluto della Liguria e ha vinto a livello nazionale nella categoria “Elegante”, dedicata agli oli dal profilo verde equilibrato e armonico.
“Questi riconoscimenti – spiega Claudio – non sono solo motivo di orgoglio, ma confermano anche la serietà dei concorsi a cui partecipiamo: quando c’è un buon lavoro alla base, i risultati arrivano, e non per caso”.
Aggiunge Chiara Musso: “Il nostro è un lavoro costante, fatto di scelte etiche e tanta attenzione alla qualità. Dalla coltivazione alla molitura, seguiamo ogni passaggio con cura. Dedichiamo ogni premio ai nostri clienti, che ci sostengono anno dopo anno”.
Con il mese di aprile è arrivato un altro importante riconoscimento: durante la cerimonia ufficiale al Teatro dei Filarmonici di Ascoli Piceno, in occasione della presentazione della Guida agli Extravergini 2025 di Slow Food, Olio Pedro ha ottenuto ben sei riconoscimenti:
- Chiocciola (“Per l’interpretazione dei valori organolettici, territoriali e ambientali in sintonia con la filosofia di Slow Food”)
- Grande Olio Slow (per “Colombaia” e “Taggiasca”)
- Presidio Olivi Secolari (per “Colombaia”, “Taggiasca” e “Merlina”)
Un risultato che sottolinea anche l’impegno ambientale e culturale dell’azienda. “Per noi l’olio non è solo un prodotto – concludono – è anche paesaggio, salute, biodiversità. Il riconoscimento dei Presìdi ci rende particolarmente fieri, perché premia anche la visione agricola che portiamo avanti”.